Firenze (giovedì 6 febbraio 2025) — I genitori di uno studente fiorentino bocciato in seconda liceo hanno denunciato l’istituto scolastico chiedendo un risarcimento di 30 mila euro per danni patrimoniali e non. Tuttavia, il Tar ha respinto il ricorso, condannando la famiglia a pagare 2 mila euro alla scuola e al ministero dell’Istruzione.
a cura di Arianna Furleo
I fatti risalgono all’anno scolastico 2021/2022. Secondo i genitori, la scuola non avrebbe rispettato il Piano Didattico Personalizzato (Pdp) del ragazzo, affetto da dislessia e difficoltà grafiche, e lo avrebbe discriminato, impedendogli di recuperare le insufficienze. Inoltre, sostenevano che i docenti lo avessero emarginato, consigliandogli di cambiare istituto.
Di parere opposto il Tar, che ha analizzato i voti dello studente. Nel primo quadrimestre aveva riportato insufficienze in diverse materie, tra cui Latino, Matematica e Fisica. Nonostante le verifiche di recupero, i risultati non erano migliorati, e nello scrutinio finale il quadro generale era addirittura peggiorato. Il consiglio di classe, quindi, aveva deliberato all’unanimità la non ammissione al terzo anno.
Secondo i giudici, il ricorso dei genitori mirava a mettere sotto accusa l’intero operato dei docenti con un’indagine «di tipo penalistico», ritenuta inammissibile. Il Tar ha quindi rigettato la richiesta, confermando la decisione della scuola e la legittimità del percorso valutativo adottato dagli insegnanti.
L’episodio riaccende il dibattito sul rapporto tra famiglie e istituzioni scolastiche, evidenziando il difficile equilibrio tra diritto allo studio e rispetto delle valutazioni didattiche.
Last modified: Febbraio 12, 2025