Questa mattina, 23 febbraio, un corteo formato da studenti, membri della comunità palestinese e dei sindacati di base, ha manifesto in favore della Palestina con un gruppo che è partito da piazza Santissima Annunziata per raggiungere, attraverso il centro, piazza Ognissanti e poi proseguito sul lungarno verso il consolato americano.
di Nicola De Dominicis
Ma, non appena i manifestanti si sono avvicinati all’entrata del consolato, sono partite le cariche di alleggerimento delle forze dell’ordine. Dagli scontri che sono derivati una ragazza è rimasta ferita ad un occhio, tanto da dover essere ricoverata in ospedale.
Scontri analoghi hanno poi riguardato anche la città di Pisa. Di fronte al dilagare di reazioni così violente, a dispetto di manifestazioni che riguardano la pace, dure sono state le parole leader del Pd Elly Schlein:
«Le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presentiamo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi affinché chiarisca. C’è un clima di repressione che abbiamo già contestato mercoledì scorso al ministro in Parlamento. Difendiamo la libertà di manifestare pacificamente».
Decisa anche la risposta del leader del Movimento 5 Stelle ed ex premier Giuseppe Conte:
«Ancora una volta manganellate contro chi protesta per il massacro in corso a Gaza. Questa volta a Pisa, ai danni di studenti, giovanissimi. Altri episodi ci sono stati a Firenze. Sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese. Non può essere questa la risposta dello Stato al dissenso».
Sugli scontri ha poi chiosato il sindaco di Firenze Dario Nardella:
«Le immagini sono inquietanti. Usare la violenza contro chi manifesta pacificamente il proprio dissenso politico non è accettabile».
Atti di violenza in una manifestazione per la pace non possono che provocare reazioni di condanna. Se la guerra è di per sé un’illogica follia di potere, lo stesso si può dire per la violenza che nasce contro le proteste di pace.
Non si può sperare che in un buon senso tale da non rendere vittima della violenza proprio chi contro la violenza manifesta.
Perché sarebbe una beffa. Un po’ come la stessa beffa di Piero, il soldato di De André, il soldato che non spara al nemico in guerra preso da un santo momento di umanità, senza però che quel momento venga ricambiato perché il nemico, al contrario, preso dalla paura spara contro Piero e Piero muore, muore nel sole di Maggio, nel mese della vita che rinasce, nemmeno nel freddo dell’inverno.
Non resta davvero che la speranza del buon senso contro la guerra, e contro la violenza, qualsiasi violenza.
Tag: scontri a <firenze Last modified: Febbraio 23, 2024