PRATO (mercoledì 17 aprile 2024) – Una giovane stilista di Prato è stata discriminata per la sua maternità e ha denunciato la società per cui lavora. Tornata infatti in azienda dopo il periodo previsto per la maternità, si era accorta subito di una situazione anomala.
di Rossana Rizzitelli
Alla sua postazione di lavoro aveva trovato una stagista presa per sopperire alla sua assenza, inoltre in varie occasioni i capi l’hanno invitata a dimettersi per occuparsi meglio della figlia appena nata. Tali comportamenti hanno indotto la stilista a registrare i vari colloqui col suo smartphone.
Il quadro che è emerso nel procedimento giudiziario avviato dalla donna a tutela dei suoi diritti racconta dinamiche simili a tanti altri casi del genere che discriminano le donne che diventano madri durante il periodo lavorativo.
Poco prima della data prevista per il rientro al lavoro, gli amministratori della società le avevano suggerito di cercare un’altra occupazione per un imminente ridimensionamento dell’attività lavorativa, per le condizioni di salute di uno dei soci e perché era stata assunta una stagista particolarmente capace nel suo lavoro.
Al rientro effettivo a settembre si manifestavano ormai comportamenti vessatori e discriminatori al solo fine di spingerla alle dimissioni con il suo demansionamento, la violazione dei riposi giornalieri e altri comportamenti per coglierla in fallo.
I giudici hanno voluto verificato l’eventuale esistenza di difficoltà economiche dell’azienda o di altre problematiche che potessero giustificare la parte relativa alle esigenze di riduzione del personale. Non è emerso nulla del genere e a nessun’altra era stato proposto di guardarsi intorno perché l’azienda navigava in brutte acque, solo all’unica in maternità.
Dalle verifiche effettuate, il Tribunale di Prato, con la sentenza a firma del giudice Mariella Galano, ha imposto la fine della condotta discriminatoria perpetrata ai danni della stilista, con assegnazione degli stessi compiti affidati prima del congedo e con le stesse modalità previste per le altre lavoratrici, con particolare riferimento al grado di autonomia anche nei rapporti con la clientela.
Tag: discriminazioni sul lavoro, maternità, Prato Last modified: Aprile 17, 2024