FIRENZE (domenica 21 aprile 2024) – Dopo quattro anni, una guardia giurata di un ospedale è riuscita a far riconoscere i propri diritti, così la corte d’Appello di Firenze ha ribaltato il verdetto di primo grado, condannando la società di vigilanza a 12 mesi di indennizzo per illegittimità del provvedimento, con circa 9 mila euro di spese legali.
di Francesca Picone
Si tratta di un fatto accaduto nel 2020, ai tempi del Covid 19, in cui una guardia giurata fiorentina aveva perso il posto di lavoro. In quel periodo, l’uomo utilizzava la sua bicicletta per andare a lavorare e la chiudeva in uno stanzino del nosocomio per evitare furti, ma non poteva immaginare tali conseguenze.
La società avvia dei provvedimenti disciplinari. Il fiorentino non capisce il motivo di tanto accanimento e inizia a protestare, prima via mail poi per telefono. Si tratta di un laureato in Lettere, ma fa la guardia giurata perché non era riuscito a trovare altro. Dopo aver telefonato per protestare contro i provvedimenti disciplinari e contro la multa per aver messo la sua bicicletta in uno stanzino dell’ospedale senza permesso, la responsabile del personale lo querela per minacce. Da lì inizia un iter che porterà alla sospensione del porto d’armi e della licenza di guardia giurata.
Il Tribunale fiorentino stabilisce che il licenziamento è legittimo. Controquerela per calunnia la responsabile delle risorse umane e ricorre in Appello contro la sentenza di primo grado. Gli viene restituito il porto d’armi e la licenza per poter lavorare in altri posti. Successivamente, la sentenza di secondo grado ristabilisce verità e giustizia.
Tag: covid, licenziamento, provvedimenti, querela Last modified: Aprile 21, 2024