Scritto da 2:55 pm Cronaca, Firenze

Ennesima protesta da parte degli attivisti: stavolta tocca agli Uffizzi

Nuova protesta da parte degli attivisti di Ultima Generazione per attirare l’attenzione sulla crisi climatica. Ancora una volta agli Uffizi. A essere ‘presa di mira’ è stata la Primavera di Botticelli. 

di Jessica Iacono

Cinque attivisti sono arrivati nella sala Botticelli e hanno attaccato sul vetro protettivo dell’opera e sul muro adiacente dei volantini con le immagini dell’alluvione di Campi Bisenzio oltre a srotolare lo striscione con scritto “Fondo Riparazione”.  Nel mentre che gli attivisti distribuivano volantini c’è stato qualche momento di tensione con alcuni visitatori. Poi il personale del museo ha spento le luci della sala e dopo pochi minuti sono arrivate le forze dell’ordine che hanno fatto uscire i visitatori dalla sala e fatto terminare la protesta. 

“Abbiamo deciso di tornare agli Uffizi e di mettere dei volantini sulla primavera del Botticelli – ha detto Mida, attivista 27enne e capo scout – perché crediamo che in un mondo in cui c’è una crisi sociale e climatica in atto, l’arte debba rappresentare la realtà e quello che sta succedendo. Vogliamo andare avanti così in silenzio e nell’indifferenza? Noi vogliamo lanciare un appello perché ci sia un Primavera di fuoco, in cui le persone si rendono conto e si risvegliano davvero”. Nei volantini, dove campeggiava una immagine dell’alluvione di Campi Bisenzio, si chiedeva a chi ne entrava in possesso di attaccare la foto “per chiedere un fondo di riparazione per la Toscana”.

Quella del Fondo di Riparazione è l’elemento cardine della battaglia degli attivisti.  In pratica chiedono un fondo di riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello stato per riparare ai danni delle catastrofi climatiche che hanno colpito e colpiranno l’Italia. Stando agli attivisti i soldi dovranno essere ottenuti “attraverso l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari” come si legge nei loro comunicati.

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Last modified: Marzo 3, 2024
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