Scritto da 1:09 pm Firenze, Cronaca

Fine dell’odissea giudiziaria per Momi El Hawi

FIRENZE (lunedì 01 aprile 2024) – “Se non combatti anche da solo per le cose in cui credi e che devi proteggere, nessuno ti regalerà nulla specialmente in un paese di ladri come questo”. Momi, al secolo Mohamed El Hawi, 37 anni, ristoratore con tre locali a Firenze, due in Egitto, uno in Spagna aperto questa estate, non ama i giri di parole e va dritto al sodo.

di Jessica Iacono

E’, senza ombra di dubbio e fino a prova contraria, il locandiere che ha ricevuto più contravvenzioni di tutti per violazione della normativa anti-Covid, 38 verbali uno più, uno meno. Per ben dieci volte ha sistematicamente rimosso i sigilli alla porta d’ingresso del suo ristorante, l’unico, rimasto aperto ad oltranza durante la pandemia, il Tito Baracca in via Francesco Baracca a Novoli. Del resto, uno che gestisce una pizzeria di alto livello gastronomico in una strada che porta il nome del più grande asso dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale, non poteva essere e fare altrimenti.

“Il giudice del tribunale ordinario mi assolve in formula piena”, lo rendo noto Momi El Hawi, ristoratore fiorentino tra i fondatori del movimento “IoApro”. Era finito a giudizio con l’accusa di aver rimosso più volte i sigilli al suo ristorante durante il lockdown, tenendo aperto il locale nonostante le norme anti Covid. “Dopo due anni neri per la storia dei diritti umani – scrive ancora il ristoratore –portiamo a casa una grande vittoria. Ho rimosso 10 volte i sigilli alla mia attività, perché sicuro di stare rispettando le regole della Costituzione ma soprattutto del buonsenso. Hanno fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, farmi chiudere e rinchiudermi in galera buttando la chiave. Ma se quello che fai è giusto, che la strada è quella, devi fare solo una cosa: continuare a camminare. E ora, comincio a giocare io la mia partita, non pensate di cavarvela così finché giustizia non sarà totale”.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del pm contro la sentenza del Tribunale di Firenze che, a maggio scorso, aveva assolto Momi El Hawi, tra i fondatori del movimento “IoApro”, dall’accusa di violazione di sigilli. Il ristoratore fiorentino, infatti, aveva aperto ai clienti nonostante le disposizioni per contenere la diffusione del Covid. A darne notizia oggi è l’avvocato Lorenzo Nannelli che assiste il ristoratore fiorentino. “Sono molto soddisfatto dell’esito di questa sentenza – commenta il legale all’agenzia di stampa Adnkronos – perché riteniamo giusta la decisione nei confronti di un ristoratore che è stato costretto a disobbedire alle regole pur di sopravvivere”.

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Last modified: Aprile 1, 2024
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