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Prato dice addio a Mussolini: revocata la cittadinanza onoraria al duce

Firenze (domenica, 13 aprile 2025) — Dopo oltre cento anni, Benito Mussolini non sarà più cittadino onorario di Prato. Il prossimo 17 aprile, il consiglio comunale della città toscana approverà la revoca formale della cittadinanza ad honorem conferita al duce nel 1924, durante i primi anni del regime fascista. Una decisione che arriva come segnale chiaro: il rispetto dei valori costituzionali e antifascisti è un impegno irrinunciabile per le istituzioni democratiche.

di Arianna Furleo

L’iniziativa nasce da un’intuizione di ANPI Prato, che ha chiesto al presidente del consiglio comunale Lorenzo Tinagli di verificare se anche Prato, come molte altre città italiane durante il Ventennio, avesse conferito la cittadinanza onoraria a Mussolini. La ricerca non è stata semplice: per anni non era stato trovato alcun documento ufficiale e i ricordi storici risultavano frammentari.

Ma in un archivio del Comune situato a Vaiano, è riemerso un faldone ingiallito dal tempo: un atto pubblico, firmato dall’allora sindaco Tito Cesare Canovai, attestava l’assegnazione della cittadinanza onoraria a Mussolini, datata 19 maggio 1924.

“È un documento affascinante, che la città aveva dimenticato – ha spiegato Tinagli –. Riportarlo alla luce ci permette di analizzare con rigore scientifico un tratto della nostra storia, e ci offre l’opportunità di riflettere su come quei valori, che un tempo erano celebrati, siano oggi completamente superati”.

Alla conferenza di presentazione dell’atto erano presenti, oltre alla sindaca Ilaria Bugetti e a Tinagli, numerose figure istituzionali e rappresentanti del mondo della memoria storica: l’assessora Chiara Bartalini, il presidente del Museo della Deportazione Massimo Chiarugi, studiosi, membri di ANED, ANPI, associazioni locali e cittadini, tra cui Bruno Becchi, figlio del partigiano Vinicio Becchi.

La revoca è un atto dovuto, per rispetto dei principi su cui si fonda la nostra Costituzione – ha dichiarato la sindaca Bugetti –. Auspico che ci sia unanimità in consiglio comunale, perché i valori dell’antifascismo devono essere patrimonio condiviso. Non si tratta di ideologia, ma di storia”.

La delibera, oltre alla riscoperta documentale, si fonda anche su studi autorevoli sul periodo fascista, tra cui quelli del professor Marco Palla dell’Università di Firenze, del saggista Giovanni De Luna e del professor Michelangelo Borri. Come ricordato dallo storico Enrico Iozzelli, l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Mussolini rientrava in una strategia del regime volta a legittimare il potere attraverso il culto della personalità e il controllo simbolico delle istituzioni.

Con il voto previsto per il 17 aprile, Prato si unisce a molte altre città italiane che hanno deciso di fare i conti con la propria storia, riconoscendo le distorsioni del passato e ribadendo un impegno netto verso i valori democratici. Un gesto che guarda al futuro, con la consapevolezza del passato.

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Last modified: Aprile 13, 2025
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