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Sanremo, l’Accademia della Crusca boccia i testi: «Troppa banalità, solo Brunori e Lucio Corsi si salvano»

Firenze (mercoledì 5 febbraio ) — Il Festival di Sanremo 2025 non brilla per l’originalità dei testi. È questa la sentenza del professor Lorenzo Coveri, esperto linguista dell’Accademia della Crusca, che ha analizzato le canzoni in gara senza farsi influenzare dalla musica. «Testi piatti, voti piatti» commenta, lamentando una generale omogeneità dovuta al fatto che gli stessi undici autori firmano la maggior parte dei brani.

a cura di Arianna Furleo

Tra le eccezioni spiccano Brunori Sas e Lucio Corsi, entrambi premiati con un 9. Il primo ha conquistato Coveri con una scrittura raffinata, ricca di immagini poetiche e riferimenti letterari. Il secondo, invece, colpisce per l’ironia e l’uso intelligente del linguaggio giovanile. Anche il rapper Shablo riceve un buon voto (tra il 7 e l’8) per la sua originalità.

Molto più severo il giudizio su Francesco Gabbani, ritenuto banale e prevedibile, ed Elodie, il cui testo è definito «prosa telefonica senza ritmo». Bocciati senza appello i Modà, con versi «pesanti e incomprensibili», e Marcella Bella, colpevole di un testo troppo scontato. Nemmeno i grandi nomi convincono: Giorgia e Olly raggiungono una sufficienza risicata, mentre Massimo Ranieri, nonostante autori di prestigio come Tiziano Ferro e Nek, viene stroncato per l’uso di metafore poco efficaci.

Per Fedez solo un 6: «Un testo deprimente con giochi di parole sui farmaci e rime discutibili». Critiche anche per Tony Effe, reo di presentare un’idea di Roma «da cartolina turistica». L’unico vero vincitore per Coveri? «Il Festival è sempre più lontano dalla tradizione del cantautorato».

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Last modified: Febbraio 12, 2025
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