Firenze (sabato, 19 aprile 2025) — “Non c’è stato alcun input a disertare la stazione di Santa Maria Novella”. Con queste parole Claudio Giudici, presidente della cooperativa taxi 4390, chiarisce la posizione della categoria dopo le polemiche dei giorni scorsi sui disservizi registrati presso lo scalo ferroviario fiorentino.
di Arianna Furleo
Al termine della riunione svoltasi in Prefettura nel pomeriggio di ieri, alla presenza della sindaca, della prefetta e delle principali sigle rappresentative dei tassisti, Giudici ha ribadito che l’attività dei conducenti è stata esercitata “nel pieno rispetto dei regolamenti comunali” e nell’ambito della libera iniziativa d’impresa.
La riunione si è conclusa con l’impegno da parte dei tassisti a riprendere regolarmente il servizio entro un’ora. Restano tuttavia le tensioni legate alla contestazione formale della Commissione di garanzia sugli scioperi, che aveva sollevato dubbi sulla legittimità dell’astensione di fatto avvenuta nei giorni scorsi.
“I radiotaxi hanno operato nella piena regolarità – ha spiegato Giudici –. Se qualche utente non ha ricevuto risposta immediata in una giornata di pioggia e con tramvie saltate, non significa che il servizio non funzionasse. Siamo tassisti, non Ambrogio”, ha aggiunto con ironia.
Rimane confermato, almeno per il momento, lo sciopero del 28 aprile, proclamato da cooperative e sindacati secondo le procedure previste. Tuttavia, Giudici ha lasciato aperto uno spiraglio: “L’incontro con la sindaca e gli assessori del 22 aprile sarà molto importante. Potrebbe anche portarci a rivedere la nostra posizione”.
Guardando oltre la vicenda specifica, il presidente della cooperativa 4390 ha evidenziato i timori del settore rispetto al fenomeno dell’abusivismo e alla concorrenza ritenuta sleale da parte di soggetti non autorizzati: “Non è uno scontro tra taxi e Ncc, ma tra operatori regolari e irregolari. Gli Ncc sono un servizio da rimessa, con regole precise, che dovrebbero impedire loro di fare servizio da piazza tramite applicazioni digitali”.
Secondo Giudici, in gioco ci sono anche “diritti di rango costituzionale”, come la tutela della cooperazione, dell’artigianato e di un servizio pubblico essenziale gestito da una comunità di lavoratori. “È una questione di portata nazionale ed europea”, ha concluso.
Last modified: Aprile 19, 2025